Abstract
Caterina può apparire arrabbiata, ma anche un brano musicale può manifestare emozioni: un passaggio triste, una marcia gioiosa, una modulazione che apre a nuovi sentimenti. Anche gli oggetti inanimati possono manifestare emozioni che pure, a differenza di quanto accade per persone e animali, non possono esperire. Sebbene le attribuzioni di emozioni agli oggetti inanimati possano essere trattate, in linea di principio, come esempi di metafore, esse sembrano invero catturare un’esperienza reale. Per quanto anche un bollitore possa fischiare gioiosamente o un salice piangente apparire malinconico, non vi è dubbio che le opere d’arte siano particolarmente suscettibili di manifestare emozioni - essere espressive di emozioni1. Tra queste, la musica occupa da sempre una posizione privilegiata. Un brano musicale, che in quanto oggetto inanimato non può provare alcunché, è nondimeno in grado di raggiungere straordinarie vette di espressività emotiva. Ciò avviene del tutto indipendentemente da vari elementi - il testo, il titolo del brano o il programma di sala che lo accompagna - i cui eventuali significati emotivi espliciti possono semmai innestarsi, arricchendoli o persino contraddicendoli, su quelli di per sé manifestati della cosiddetta “musica pura”.