Verso un "Gouvernement des Esprits": la pedagogia eclettica
Abstract
Insignito delle dignità di Consigliere di Stato, membro del Consiglio Reale e dell’Accademia di Scienze morali e politiche, direttore dell’École Normale, Ministro dell’Istruzione Pubblica della Francia orleanista, Victor Cousin, a differenza di François Guizot, che caldeggia una riforma pedagogica costruita attorno ad un concetto aristocratico dell’istruzione, si fa promotore della scolarizzazione delle fasce produttive, mostrando di voler regolamentare e non più ostacolare un’accresciuta mobilità sociale. Per Cousin, convinto che un’istruzione poco sorvegliata accenda negli animi la scintilla della rivolta, la vera scommessa consiste nell’instaurazione di un’istruzione primaria obbligatoria, capace di preparare i cittadini al loro ingresso nella società e ai loro differenti destini. Costantemente in bilico tra egualitarismo e classismo, il suo eclettismo sembra interpretare fedelmente le esigenze di una classe politica che si oppone tenacemente all’estensione dei diritti civili e politici invocati dal processo di modernizzazione del Paese. Filosofo di Stato e ideologo auto-investito di un potere debole, Victor Cousin incarna la contraddizione del liberalismo francese- anti-individualista e corporativista, marcato dal persistere di un tenace retaggio anti-democratico trasversale rispetto agli schieramenti politici e maggioritario anche negli ambienti culturalmente più avanzati. Oggetto di un misconoscimento colpevole in ambito accademico, l’opera di Victor Cousin apporta un contributo significativo tanto alla cultura politica francese quanto alla riorganizzazione dell’assetto istituzionale nazionale. La vicenda istituzionale del conservatorismo populista, da più parti contestato a Cousin, permette di comprendere come la travagliata affermazione del liberalismo francese abbia sacrificato i maggiori elementi di riformismo e di innovazione sociale al movente della governabilità, cruciale in un contesto storico-politico marcato dal persistere di radicalismi e settarismi. Il processo di rinegoziazione dei valori entro la compagine liberale determina il polarizzarsi delle posizioni: la manifestazione più evidente di questa spaccatura è il doppio movimento verso un centrismo che apre ambiguamente al tradizionalismo ultrà e verso un liberal-socialismo variamente declinato, che si compromette con la sinistra radicale