Essere parziali promuove il sapere?

Gregorianum 104 (4):759-773 (2023)
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Abstract

È possibile che, perlomeno in alcuni casi, la parzialità in epistemologia vada promossa? Per ‘parzialità epistemica’ intendiamo la volontà di non venire meno alle proprie tesi anche laddove sembrasse che esse siano contraddette dall’evidenza. Tale parzialità ovviamente contraddice quanto è invece solitamente dato per scontato, ossia la disposizione – che chiamiamo ‘imparzialità epistemica’ – ad accettare qualsivoglia tesi, non importa se irriconciliabile con le proprie opinioni, purché essa sia adeguatamente supportata dall’evidenza. Qui si intende argomentare che, sulla scia di Tommaso d’Aquino, e perlomeno in alcuni casi riguardanti la vita di fede e la religione, la parzialità epistemica andrebbe promossa. Si intende mostrare che da ciò deriverebbe una posizione più ampia di quella che invece emerge dall’assunzione dell’imparzialità epistemica; inoltre, alcuni problemi, che quest’ultima comporta, verrebbero risolti.

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Roberto Di Ceglie
Pontifical Lateran University

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