La crisi della legittimazione dello stato nazionale moderno: dalla fiducia nel discorso razionale alla tutela dell'incolumità personale
Abstract
“Insicurezza e incertezza nascono a loro volta da un senso di impotenza: singolarmente, a gruppi o collettivamente, sembriamo avere ormai perso il controllo delle questioni che riguardano le nostre comunità . A peggiorare ulteriormente la situazione ci mancano gli strumenti che potrebbero consentire alla nostra politica di ascendere al livello cui è già arrivato il potere ” . Così scrive Bauman nel suo ultimo volume "Paura liquida", ricostruendo la crisi dello Stato moderno che cede i suoi poteri a nuovi network economici, a nuovi organismi auto-legittimantisi, emblemi della globalizzazione, che non soggiacciono ai limiti regolativi statali. Così facendo lo Stato si svuota dei suoi poteri e delle sue competenze che si trasferiscono in una dimensione transnazionale, con la conseguenza che i processi legislativi non vengono realizzati nelle aule parlamentari, ma sono affidati a governi mutevoli e deboli, che l’economia sfugge ad ogni forma di controllo statale, e che le questioni sociali sono affrontate con strumenti poco efficienti e rimesse alla volontà di pochi. Lo Stato moderno attraversa una crisi della legittimazione: la fiducia del cittadino nello Stato non poggia più sulle garanzie di partecipazione razionale al discorso democratico, bensì sulla sua capacità di proteggere il cittadino dalle nuove paure, troppo spesso create dallo Stato stesso