Il dualismo naturalistico di Chalmers

Abstract

Il saggio analizza la posizione di David J. Chalmers sul problema mente-corpo, concentrandosi sul suo dualismo naturalistico. Chalmers argomenta l'irriducibilità della coscienza fenomenica rispetto alle spiegazioni materialistiche attraverso cinque esperimenti mentali: l'argomento degli zombie, dello spettro invertito, dell'asimmetria epistemica, della conoscenza (esempio di Mary) e dell'assenza di analisi. Egli conclude che il materialismo è falso e propone la coscienza come proprietà fondamentale della realtà, accanto alle entità fisiche. Il saggio esamina poi le critiche a questa posizione. I materialisti, come Dennett e Loar, contestano la concepibilità degli zombie e il presunto limite della scienza nello spiegare la coscienza. Altri, come Kim, ritengono che il dualismo naturalistico implichi conseguenze metafisiche implausibili, come il panpsichismo. Anche i dualisti e idealisti ontologici, tra cui Plantinga e Lowe, criticano Chalmers per aver mantenuto il principio della chiusura causale fisica, ritenendolo un presupposto ingiustificato. Infine, il saggio evidenzia l’instabilità teorica del dualismo naturalistico, che sembra oscillare tra naturalismo e anti-naturalismo senza offrire un chiaro criterio per preferirlo al dualismo ontologico. La posizione di Chalmers risulta dunque problematica, lasciando aperta la questione della natura ultima della coscienza e del suo ruolo nella realtà.

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