Etica e storia in Troeltsch

Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2 (1):227-237 (2019)
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Abstract

È alla luce della rielaborazione filosofica delle categorie di individualità e alterità che si misura la progressiva presa di distanza dell’etica storicistica (da Schleiermacher a Humboldt, da Dilthey a Troeltsch) da quella formalistica kantiana e che si può cogliere il progetto di fondazione di un’etica materiale che, pur non rinunciando ad elementi di normatività e all’universalità dei principi, individua il suo prevalente oggetto nella natura dei bisogni umani e fissa il suo spazio di azione nella comunanza delle relazioni intersoggettive, cioè in quella fondante dimensione che ha al suo centro l’individualità colta pur sempre di nuovo nella sua storicità determinata e nella sua operatività etica. Ciò che viene al centro non sono più le strutture anonime e le leggi intemporali a porsi come base e come giustificazione nella produzione di valori o nella genesi di sempre nuove formazioni individuali e sociali, ma è, appunto, l’individualità (CACCIATORE, 2002), sia nella sua dimensione conoscitiva sia in quella etica, cioè il vero punto di incontro tra storia e vita.

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