Abstract
Il saggio discute il regime temporale algoritmico a partire da un inquadramento, esito di un con la teoria di Bruno Latour e di alcuni suoi critici, della tecnologia come costrutto non solo operativo, ma anche ideologico. Il saggio ricostruisce la storia concettuale del calcolo algoritmico riconoscendone le radici nella cibernetica e in una più risalente storia della quantificazione sociale che permette di misurare il modo in cui gli algoritmi ridefiniscono la logica e la direzione dell’intervento amministrativo. Attraverso gli algoritmi, l’amministrazione si struttura a partire da un “design retroattivo”, in cui il futuro viene presentificato per automatizzare la ripetizione dei comportamenti passati. La disciplina algoritmica si salda così con i processi di individualizzazione neoliberali disegnando i tratti di una _moral economy_ automatizzata.