Phenomenological Perspectives in Caring Pro-fessions Curriculum

ENCYCLOPAIDEIA 15 (31):19-29 (2011)
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Abstract

La fenomenologia possiede un implicito potenziale pedagogico estremamente promettente e tuttavia ancora largamente inesplorato. Il presente articolo suggerisce che l’orientamento fenomenologico-esistenziale nella didattica e nell’educazione rappresenti una possibile soluzione per: 1) riportare tutti i differenti aspetti metodologici del processo formativo ad una unità tematica; 2) sviluppare negli studenti che si preparano ad esercitare una professione di cura l’attitudine a svolgere il loro servizio in modo autentico, sostenendo la motivazione, rendendo possibile il coinvolgimento emotivo senza il quale il gesto di cura non potrebbe nascere, favorendo la realizzazione di significati e di valori e prevenendo il rischio sempre presente di burnout. Viene qui esplorato il significato dei termini fenomenologia ed esistenzialismo, intendendo con il primo una particolare postura metodologica dinanzi alla realtà, e con l’altro un ambito di ricerca concernente il senso dell’esistenza umana. In tal modo, la formazione del professionista, ancorché scientificamente fondata, non perde di vista i due riferimenti ineludibili che sostengono le professioni d’aiuto: il contatto con la soggettività e la coltivazione dell’umanità quale imprescindibile risorsa professionale . Poiché l’approccio fenomenologico-esistenziale abitua ad un sapere contestualizzato,individualizzato e “sapienziale”, i professionisti del lavoro cura che sono stati formati secondo una sensibilità fenomenologico-esistenziale saranno meglio equipaggiati per fronteggiare e gestire le sfide che quotidianamente coloro che svolgono un lavoro di cura devono affrontare, nonché più preparati a cogliere in modo profondo i bisogni della popolazione e a rispondervi in modo creativo ed efficace. È una questione di sguardo: l’atteggiamento fenomenologico forma nei professionisti la capacità di “vedere” ciò che altrimenti resterebbe implicito, latente, imbrigliato nelle maglie dell’ovvietà e della routine. In questo senso si parla qui di una sorta di “oftalmologia” pedagogica: perché lo scopo della formazione non consiste tanto nel trasmettere una nozione della realtà , quanto nell’affinare la capacità di coglierne l’essenza e il significato più profondo. L’articolo offre alcune suggestioni rispetto al modo in cui i formatori possono trasferire queste nozioni nella costruzione di un ambiente di apprendimento aperto all’esperienza viva e aderente al mondo della vita.This paper poses the suggestion that existential phenomenology provides an ideal solution for 1) integrating all of the different methodological aspects of the educational process into a thematic unity for the student and 2) empowering students entering the caring professions to best serve their intended populations authentically, while avoiding the ever-present peril of burnout. The meanings of both phenomenology and existentialism are clarified, with phenomenology indicating a particular methodological stance toward phenomena, and existentialism indicating research content concerned with domains of human meaning. It is anticipated that students preparing to enter the caring professions who have training in existential phenomenology will be better equipped to manage challenges commonly faced by those in the caring vocations, as well as to prepare them to assist the populations they serve with meaning-oriented crises and needs. A few suggestions on how educators might bring these notions into the classroom environmentensue

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