Abstract
La storia dei doni simbolici inviati da Dario a Alessandro Magno è derivata da una raccolta ellenistica di lettere fittizie che raccontavano la spedizione del conquistatore Macedone. Un modello diretto di quella narrazione fu la leggenda sui regali enigmatici mandati dagli Sciti a Dario I, che è narrata da Erodoto e altre fonti ed era ben nota nell’epoca ellenistica. Oltre a questo, la storia di Alessandro e Dario è anche influenzata da tradizioni orali di folclore e divertimento, ugualmente riconducibili all’età ellenistica. Il re Persiano e quello Macedone competono nell’offerta di spiegazioni contrastanti degli oggetti simbolici; le loro spiegazioni sono collocate in una sorta di scala ascendente dal più debole al più forte. Secondo l’interpretazione di Alessandro, gli oggetti rappresentano le nozioni di potere e di conquista, superando in tal modo l’allegoria più debole di puerilità e sottomissione proposta da Dario. Questo schema narrativo ricorda giochi di enigmi con analoga struttura a gradi, che vengono attestati da Difilo e Clearco di Soli per simposi di prima età ellenistica. In tali gare scherzose, due o più giocatori tentavano di superarsi l’un l’altro, trovando ogni volta una soluzione più forte per lo stesso indovinello.