Abstract
La dimensione finzionale e testuale può essere considerata come un laboratorio di osservazione sulla rappresentazione del futuro. Impiegare modelli e prototipi costruiti su modelli di narrazione fantascientifica rappresenta, del resto, una prassi accreditata nel campo dei future studies.L’articolo passa brevemente in rassegna alcune definizioni relative alla fantascienza, per poi concentrarsi sull’ ambito della fantascienza audiovisiva dedicato al near future: una immaginaria dimensione futura simile a quella attuale e per questo densa di elementi di inquietudine. Come casi rappresentativi vengono prese in esame due analisi testuali: il film Ex Machina e la serie tv Black Mirror. Le analisi vengono affiancate da alcune proposte teoriche classiche - dal costruzionismo di Nelson Goodman alla trattazione di Paul Ricoeur sulla temporalità – sullo sfondo di una metodologia semiotica. Viene affrontata in breve la questione dei limiti concettuali nella descrivibilità del tempo, mentre alla dimensione spaziale nell’audiovisivo viene infine dedicato un ampio approfondimento che ne illustra il ruolo essenziale nella costruzione di un universo narrativo, nonché l’utilità nel costruire effetti di senso specifici per una efficace rappresentazione del futuro.