Firenze: L.S. Olschki (
2006)
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Abstract
Sono prese in esame – attraverso le opere pubblicate, ma anche attraverso le lezioni e le riflessioni – tre questioni centrali nell’etica di Kant: lo spessore teorico, e le modificazioni, dei concetti di virtù e di felicità, nonché le maniere con cui Kant tentò di armonizzarli, nell’idea di sommo bene. La filosofia morale di Kant è presentata non come un sistema compiuto una volta per tutte, bensì come un ragionare in lotta con il proprio oggetto. L’autrice mostra – presentando una ricostruzione sorprendente delle vicende dell’etica di Kant nel decennio successivo alla Critica della ragion pratica– come Kant si trovò costretto, per difficoltà teoriche, a mutare la propria dottrina su tutti e tre i temi, collocandoli, di volta in volta, entro una nuova struttura globale. L’evoluzione del concetto di felicità è riconosciuta dalla Kantforschung; l’analisi dei mutamenti del concetto di dovere etico e dell’idea di sommo bene costituisce un contributo originale dell’autrice. L’excursus sulla nascita del concetto di eudemonismo mostra come il termine – contrariamente a quanto si sostiene correntemente – non sia stato coniato da Kant.L’interpretazione del libro di Kant su La religione contrasta con le tendenze di gran lunga dominanti negli studi kantiani.
The concepts of virtue and happiness, and the ways Kant tried to combine them in the idea of the highest good, are examined with regard not only to Kant’s published works, but also to his lectures and reflections. The story of the changes in Kant’s ethic – particularly about the reality of the highest good and God’s existence – and the excursus on the birth of the concept of eudemonism give an original contribution to Kantforschung.