In the rubber hand illusion one’s hand is hidden, and a fake hand is visible. We explored the situation in which visual information was available indirectly in a mirror. In the mirror condition, compared to the standard condition , we found no reduction of the RHI following synchronised stimulation, as measured by crossmanual pointing and by a questionnaire. We replicated the finding with a smaller mirror that prevented visibility of the face. The RHI was eliminated when a wooden block replaced (...) the fake hand, or when the hand belonged to another person or mannequin. We conclude that awareness of the reflection is the critical variable, despite the distant visual localisation of the hand in a mirror and the third-person perspective. Stimuli seen in a mirror activate the same response as stimuli seen in peripersonal space, through knowledge that they are near one’s body. (shrink)

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:138 HISTORY OF PHILOSOPHY entier sans en ~tre l'eselave; toujours menace, mais toujours supdrieur. Le p~ch~ est alors d$truit par la vertu; il n'y a plus de conflit int~rieur. La puret~ du coeur est de vouloir une seule chose. Et c'est alors une mani~re d'immortalit~ par le Jugement. Une derni~re remarque de G. Price: les hommes d'aujourd'hui ont changd &attitude i~ l'~gard de Dieu. La question serait maintenant: Dieu (...) est-il pour ou contre les hommes? Et quel est le sons de l'Etre humain? Telle serait donc la valeur r~elle du probl~me kierkegaardien. Sans doute, G. Price pose l'Un, l'Individuel, en dehors de toute Eglise humaine; mais ainsi se comprend la querelle incessante entre Kierkegaard et l'Eglise de son temps. L'Homme-Dieu a souvent ~t~ consid~rd avec quelque m~fiance par le Dieu trop humanis~ et celui-ci, peut-r est touj ours vu et senti comme trop engag4 dans les structures soeiales du temps present. ANDRE LOUIS LEROY Sorbonne, Paris Cinquant'anni di esperienza idealistica in Italia. By Augusto Guzzo. (Padova: Cedam, 1964.) Con la delicata finezza di tocco che egli ~ propria, Augusto Guzzo, uno dei pifi impegnati protagonisti nel superamento dell'idealismo d'antico stampo, ha sobriamente tratteggiato (in cinque succose lezioni tenure, coli~invitato da Marino Gentile e dall'intera Facolti~ di Lettere e Filosfia presso l'Universit~ di Padova) lo sviluppo della cultura filosofica italiana nella prima met~ del nostro secolo. Assai opportunamente le sue magistrali lezioni sono state test~ pubblicare nella raccolta di Opuscoli Accademici edita dall'Ateneo patavino col titolo suggestivo: Cinquant'anni di espcrienza idealistica in Italia. Quel che eolpisee anzitutto ~ la calda umanit~ del tono, l'alto affiato morale che anima la parola dell'illustre Maestro. Questi, pur trattando dei pifi ardui problemi metafisici e gnoseologici, mai non cade nell'astruso e nell'astratto. Sa cogliere, inveee, con fine introspezione psicologica la genesi delle idee pifi ardue dalla personalit~ di coloro ehe le eoncepirono e eh'Egli individua con sottile discernimento e con artistica vivacitY. Ed alla base della sun intelligente eomprensione e della perspicace sua ermeneutiea psicologia ~ una disposizione morale che vorremmo dire di affettuosa indulgenza e di calore meridionale, anzi schiettamente napoletano, se non fosse pi5 giusto dirla apertura eristiana al colloquio tra le anime e quindi fra gli intelletti. E'questo che ineanta nella nitida prosa del Guzzo, che non ~ mai arcigno e sprezzante, non mai amaro e caustico, bensl sempre si sforza di comprendere e di giustificare. In lui rivive in effetti l'alta ispirazione della perennis philosophia di quel Leibniz che soleva ripetere con quella bonti~ ed umanitk propria solo agli ingegni sublimi: "So debbo ingannarmi, preferisco farlo piuttosto a favore che a svantaggio delle persone. Provo la stessa propensione leggendo gli seritti altrui eh~ mi sforzo di scoprire non quel ehe potrei critieare, bensl quanto merita d'essere approvato e di cui posso approfittare." D'altro canto l'apertura mentale del Guzzo non ~insidiata da quel pericoloso indifferentismo etico ed inttellettuale che, sotto la veste della comprensione e dell'indulgenza, lascia passar tutto, anche le tesi pifl pericolose, attraverso un facile contrabbando. Quella del Guzzo ~una intelligenza aperta e comprensiva, ma che non smarrisce in un sincretismo venato di scetticismo il discrimen trail vero ed il falso, la gerarchia dei valori intellettuali e morali. Egli tratteggia in un arguto viaggio immaginario lo stato dell'Italia aecademica ai principi del secolo, illustrando i fermenti complessi e molteplici che s'agitavano in quella che si suol rappresentare come una eultura positivistica piatta ed informe. Comunque eceo emergere in polemica battagliera e mordace contro di essa la figura dl Benedetto Croce, che le contrappone un hegelismo interpretato alquanto unilateralmente. I1 Guzzo sagacemente lumeggia la grande opera di rinnovamento culturale operata dal grande meridionale e tenta di illuminarne lo spirito profondo riportandosi alla testimonianza, --ch'~ poi un'interpretazione-- di uno dei mlgliori discepoli: Carlo Antoni. Secondo quest'ul- BOOK REVIEWS 139 timo Croce avrebbe avuto coscienza dell'abissale differenza tra lo Spirito universale e l'uomo transeunte. "Croce lo sapeva quando-secondo la testimonianza di Antoni--intendeva lo Spirito come... (shrink)

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:BOOK REVIEWS 295 A study of Heidegger faces serious difficulties, for Heidegger is a difficult philosopher to comprehend. It is all too easy to fall into an oracular mode of presentation and to become obscure in that needless way of which one suspects Heidegger himself on many occasions. Seidel avoids these dangers admirably. His is a clear and careful, reasoned and unassuming account of Heidegger's views concerning the pre-socratics (...) and the historical fate of Being. His book should be a help to the scholar of Heidegger's thought and a stimulating, though perplexing, introduction to his philosophy. If it fails in the ways I have mentioned, it succeeds in many more ways than I have had the space to mention. It is a positive contribution to the literature concerning Iteidegger. STEPI-IEI~"A. ERICKSOR" Pomona College FiIosofia dell'arte. By Nicola Petruzzellis. Terza edizione riveduta ed accresciuta. (Napoli, Libreira Scientifica Editrice, 1964. I6~ pp. 642.) E' una terza edizione ma in cui l'ampiezza delle aggiunte ~ tale da far sl che non si possa parlare di un rifacimento soltanto perch~ i criter~ fondamentali dell'indagine tentata dall'autore (ed integrata dal felice volume su L'estetica dell'idealismo) sono rimasti gli stessi. Ma quello che prima era soltanto un motivo tematico s'~ sviluppato in una vogorosa e posscnte sinfonia, specie se ci si riferisce al panorama dell'estetica contemporanea, che, con ampiezza di vedute e spregiudicata freschezza d'informazione---integrando e continuando le note storie dell'estetica e della critica dello Zimmermann, dello Schlaser, del Bosanquet, del Croce e del Wellek--il Petruzzellis traccia all'inizio del libro "I1 panorama dell'estetica contemporanea, col quale si apre il volume---avverte--non vuol essere un'esposizione manualistica, e tanto meno un repertorio bibliografico pifl o meno completo, ma uno strumento d'indagine.... e vuo|e altresl fornire all'attento lettore le ragioni storiche e critiche deUe posizioni conclusive alle quali siamo pervenuti e dei consensi e dissensi in esse impliciti" (p. 6). II quadro ~ davvero completo, non solo in riferiment~ all'Italia, ch~ l'autore felicemente riassume e criticamente definisce, rendendo giustizia alle legittime esigenze di ognuno, le ricerche estetiche de Croce e Gentile, di Carlini e di Guzzo, di Stefanini e di Aliotta, di Rensi e di Baratono, di Carbonara e di Della Volpe. Il Petruzzellis 6 e~uriente anche circa le analisi sottili (che si ricoUegano all'esttismo ed al moralismo di SSren Kirkegaard) condotte intorno all'arte da Martin Heidegger e da Karl Jaspers, da Gabriel Marcel e da Jean Paul Sartre, mentre acutamente illustra quelle--ispirate ad un esistenzialismo positivo--di Nicola Abbagnano. Meno note le concezioni estetiche di Nicolai Hartmann e quelle fenomenologiche del Banff, del Morpurgo Tagliabue e del Dufrenne, sicch~ si deve dar atto al Petruzzellis della benemerenza d'averle minutamente illustrate, cosl come ha fatto con il problematicismo estetico di Ugo Spirito e del suo discepolo Armando Plebe. Sottilissima ~ poi l'analisi dei riflessi sulla filosofia dell'arte di correnti speculative ehe oggi (forse ~ effetto di moda) occupano, dal neoempirismo al marxismo, il palcoscenico culturale. Ms se tall correnti si agitano e si dimenano con notevole fracas~o in altri campi, penetrano solo furtivamente nel giardino delle Muse. Percib c'~ voluta tutta la paziente intelligenza del Petruzzellis per presentarci le riflessioni sull'arte (assai poco divulgatc specie in Italia) di John Dewey, di I. A. Richards, di Charles Morris, di B. C. Heyl, di Ernest Cassirer, di Susanne K. Langer e di GySrgy Luke. Quest'ultimo, in veritY, a differenza dei precedenti (mi riferisco sempre al solo lato estetico), ~ alquanto famoso, peraltro in effetti mal noto, ch~ la sua fortuna, dovuta prevalentemente a contingenti motivi politici, fa sl ch'egli sia pi~ citato che effettivamente letto. Un posto particolare in questo gran quadro il Petruzzellis assegna poi alle indagini semantiche di Guido Calogero e soprattuito a quelle penetranti ed acutissime di Antonino 296 HISTORY OF PHILOSOPHY Pagliaro, mentre sviscera con intelletto d'amore il contributo estetico arrecato da grandi contemporanei ispiratisi alla Scolastica quali Maritain, Petit e Gilson. Quest'adesione alle loro vibrazioni spirituali ci svela il profondo motivo animatore di questa: Filosofia d;ell'arte che scritta "nel momento pi... (shrink)

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:370 HISTORY OF PHILOSOPHY Leibniz. By Edmondo Clone. (Napoli : Libreria scientifica editrice. Pp. 540. L.4.000.) L'ouvrage d'E. Cione est une presentation d'ensemble de l'oeuvre de Leibniz. L'auteur situe d'abord Leibniz dans son milieu culturel et dans son ambiance historique. Puis il aborde les probl~mes relatifs ~ la monade et ~ l'univers. Une troisi~me partie traite du choix divin, du real et des possibles. La quatri~me s'attache au (...) difficile probl~me de la liberte~ en Dieu et dans l'homme. Enfin, Clone precise queles sont et doivent ~tre les activite~s de l'homme dans los domaines de la logique, de la morale, de l'esth~tique, de la religion. Par consequent, ne serait-que par l'ampleur des mati~res ~tudi~es, on dispose ici d'une vaste fresque qui met en place l'ensemble des preoccupations philosophiques de Leibniz, et qui d~ploie son ~ventail en un certain sens, disons celui de la Monadologie, toute entree dans la philosophie de Leibniz ~tant bonne, pourvu, si j'ose dire, qu'on en sorte. Or, on en sort, car l'au~eur appuie ses connaissanc~s sur une pratique quotidienne des ~extes de Leibniz, sur une documentation de premiere main qui lui fair honneur, sur une somme de lectures [eibniziennes qui l'aident s orienter son dessein. Cet ouvrage repose sur l'humus fertile d'un vaste savoir technique et livresque concernant la philosophic de Leibniz. I1 est donc, de ce point de vue, document~ avec pr4cision, et il atteint le fond des probl~mes abord4s. Enfin, rauteur ne perd pas ses propres droits dans cette ~tude, et pr4cise d'un oeil vigilant quelles sont es d4fectuositds de cette pens4e, qui n'a sa pleine signification que si on ne la coupe pas de sos racines th4ologiques. I1 semble que lh, le destin de Leibniz diff~re de celui de Clone, puisque, pour ce dernier, le philosophe d'Hanovre ne parvient pas ~ p4n~trer le sens profond de la r~alit(~ spirituelle, c'est-h-dire de la libert4 de l'homme. ANDRE ROBINET Orldans, France David Hume: Prophet o] the Counter-Revolution. By Laurence L. Bongie. (Oxford University Press, 1965. Pp. xvii + 182.35s.) This excellent work uncovers and analyzes the amazing influence of Hume's historical and political views on the world of late 18th-century France. First Professor Bongie admirably recounts the immense impact of Hume's History o] England in France when it originally appeared. The work was wildly praised by French royalty, by the philosophes, by Catholic intellectuals, by almost everyone except the Huguenot exiles. Hume's alleged impartiality and philosophical approach made him for France of the time, the finest historian of the age, the new Tacitus. Everyone found great profundity in the History, and each group managed to overlook those aspects of Hume's views that conflicted with their own outlook, and stressed those aspects that fitted in with their own predilections. it was Turgot who apparently first realized that Hume was not the zeal hero of those who were to transform France, and that Hume's political philosophy and his picture of human nature "glean'd" through the study of history were hardly in accord with the theories of the reformers and the future revolutionists. In their correspondence, Hume and Turgot revealed the enormous gulf that separated them, the latter believing in the endless perfectibility of mankind, the former, much more sceptical and much readier to accept man in his historical condition. For Hume, there was always a struggle between order and liberty, and dangers on both sides with no ideal solution in sight, while for the optimistic Turgot a new and better world was just around the corner. What Turgot saw as their differences became clearer a few years later to moderates like Mirabeau, Mably and Brissot. Hume, for them, did not really see the importance of liberty, the fundamental rights of man, the real lessons of History. The moderates began boosting, translating and commenting on an antidote to Hume's History, the liberal Whig version of English history by Catherine Macaulay-Graham, a work finally published in French under Mirabeau... (shrink)

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:BOOK REVIEWS 259 to the non-Latin reader; instead, it turns out to be a sort of catalogue of opinions on a wide variety of philosophical topics held by many of the thinkers active in the period: between St: Paul and. Marsilius of Padua. But a few facts and figures will, I think, show why' La filosofia medievale is more properly characterized as Liber Sententiarum than Antologia di testi...... Of (...) the book's 440 pages, 306 are occupied by actual text materials, the balance being. taken up with. bit-bibliographical prefatory remarks to each of the selections, an index, and the Table of Contents. Since selections from the works of thirty-five mediaeval authors are presented (!), an equable distribution of the 306 pages would leave something less than nine pages to be devoted to each writer. But as some of the selected figures, e.g., Augustine, Aquinas, and Ockham, have as many as 29 pages devoted to their writings, the others are given wholly inadequate representation. Now from this it can be easily seen that at best, i.e., where the full upper limit of space is assigned to the writings of any one of the mediaevals, his attack and stand on some chosen philosophical issue might be fairly represented. But when we look to the few men who are thus singled out for special consideration and note that their allotments of pages are spent on a great number of topics, drawn from many different works, the effect within the scope of a single "lengthy" selection mirrors perfectly the patchy and kaleidoscopic character of the entire collection. On the positive side, it must be noted at once that the translations are excellent: faithful and clear. The prefaces, albeit quite general, are accurate and informative; while the bibliographies, particularly those that deal with primary sources, are up-to-date and helpful. Further, it was most gratifying to find that this volume included selections culled from the writings of such oft-referred to, but never-anthologized figures as Peter Damian (289 pages), Gilbertus Porretanus (5~ pages), Vincent of Beauvais (4 pages), and Siger of Brabant (3 pages). An error occurs in the Table of Contents where Giustino, Atenagora, and Tertulliano, who should be listed under "L'apologetica cristiana," are cited under "Nuovo mestamento." To sum up: in a foredoomed attempt to be exhaustive of i momenti pith importanti del travaglio speculativo... dell'umanit~t per oltre 13 secoli, dall'avvento del Cristianesimo alle soglie della Rinascenza (Foreword), the eight collaborating editors of La filosofia medievale bit off much more than even their considerable talents could possibly have chewed--let alone properly digested. As a result, this book of readings, despite the excellences pointed out above, comes off a Book o] Sentences upon which (unlike Peter the Lombard's) only one Commentary can be written: inadequate. HERMAN SHAPIRO San lose State College Juan de Vald~s: la sua vitae il suo pensiero religioso. Con una completa bibliografia delle opere del Vald~s e degli scritti intorno a lui. Seconda edizione riveduta ed aggiornata. By Edmondo Clone. (Napoli: Fausto Fiorentino Editore, 1963. Pp. 225. = Collana di Studi e Testi di Letteratura, VII.) The Spaniard Juan de Vald~s (ca. 1495-1541) is one of the most significant personalities of Reformation times. He represents the flowering of Erasmian religious thought. Vald~s however keeps referring his readers to St Paul rather than to Erasmus. For Vald~s "the 260 HISTORY OF PHILOSOPHY Christian business" is not knowledge but experience. He founds religious certainty on individual inspiration and emphasizes charity against external written law. A man inspired by God becomes autonomous and acquires a mind of his own--independent of external authorities. This valuable study (pp. 5-109) is followed by an extensive bibliography (pp. 113--209) in which it could be added that Vald~s' Al[abeto Cristiano was reprinted in 1948 by the Editorial "La Aurora" of Buenos Aires. In 1946 this publisher considered (in the Preface to his reprint of Vald~s' Dicilogo de Doctrina Cristiana, p. 12) republishing also Vald6s' Ciento y diez consideraciones divinas. PAUL T. FUrIRMAN~ Columbia Theological Seminary Descartes. Oeuvres philosophiques. Tome I (1618-1637.) Textes 6tablis, pr6sent6s et... (shrink)

Este artigo é um recorte do projeto de pesquisa “Leitura de imagens no ensino de História: um estudo sobre mudanças e permanências nas prescrições, livro didático e representações culturais”. Ele apresenta uma análise, dentre as muitas possíveis, da condição leitora na obra Cuore, escrita por Edmondo De Amicis, traduzida para o português brasileiro com o título Coração. Centenário, o livro teve sua primeira edição publicada no ano de 1886, na Itália, e tornou-se um grande sucesso editorial, principalmente por ter (...) sido adotado nas escolas. Nesta investigação, foram analisados quatro exemplares publicados na metade do século XX no Brasil, com enfoque na materialidade da obra. Buscou-se identificar as relações entre as características de apresentação do livro, identificadas nas capas, nas ilustrações e na escolha da linguagem, com a prática de leitura. Esta investigação baseia-se nas considerações de Chartier sobre o livro escolar como objeto de circulação. Outros estudos fundamentais, que tratam da análise do projeto gráfico, da função da ilustração e da leitura enquanto prática social, são aqui apresentados e discutidos, respectivamente, a partir de Collaro, Camargo e Kleiman. Como método de análise, optou-se pelo estudo bibliográfico, pela busca e análise de diálogos informais sobre a experiência leitora da obra, e por pesquisa de campo em bibliotecas e hemerotecas. Em relação aos resultados, a presente investigação permitiu concluir que: o livro Coração circulou no Brasil, sobretudo na região nordeste do Estado do Rio Grande do Sul; a padronização dos exemplares no formato bolso do livro possibilitou acessar mais facilmente os seus destinatários, inclusive pelo valor de venda, possível graças ao investimento em altas tiragens para distribuição e circulação interna na Itália e também no exterior; o projeto editorial, no decorrer do tempo, reuniu aspectos visuais que dinamizam e promovem o estímulo à leitura; a prática de leitura do livro em voz alta, usada pelos professores na escola, foi força persuasiva à leitura e contribuiu à sensibilização dos alunos aos conteúdos dos contos presentes na obra. (shrink)