Cooperazione non-ideale
Abstract
Il capitolo esplora le possibilità teoretiche della nozione di cooperazione non-ideale, situandola nel contesto delle attuali ricerche in ontologia sociale e in relazione alle indagini sull’intenzionalità collettiva e individuale. Attraverso un’analisi di taglio interdisciplinare, viene problematizzata la dicotomia tra cooperazione e competizione, evidenziando come esse siano di frequente intrecciate nella vita sociale e istituzionale. Partendo dai contributi teorici di J.R. Searle e R. Tuomela, si analizzano i limiti delle letture idealizzate della cooperazione che trascurano aspetti conflittuali e contestuali delle interazioni sociali. In particolare, la distinzione tra diverse modalità di cooperazione (I-mode, pro-group I-mode, e we-mode) e la nozione di we-reasoning sono utilizzate per comprendere le trasformazioni dell’agency individuale e collettiva. Il testo integra prospettive filosofiche con casi empirici, come il cooperative learning e i giochi da tavolo, per illustrare l’interdipendenza tra competizione e cooperazione. A partire da questo sfondo, la teoria del striving play di C. Thi Nguyen e la nozione di agency transformation di Petersson vengono riprese come chiavi interpretative per comprendere il passaggio tra frame individualistici e collettivi. Tali evoluzioni sono inoltre spesso mediate da artefatti sociali e culturali che strutturano l’interazione tra soggetti, attraverso specifiche architetture relazionali. Viene quindi proposta una visione non-idealizzata della cooperazione che include la complessità delle interazioni sociali, considerando la tensione tra consenso e conflitto, offrendo strumenti concettuali per comprendere come artefatti e strutture sociali influenzino le possibilità di azione collettiva.