Le modèle démocratique est fondé, entre autres, sur l'individu et une forme spécifique du pouvoir d'État. Cette conception est loin d'être partagée par toute la planète où dans la plupart des cas, le groupe a priorité sur l'individu et, pour ce qui est du pouvoir, l'exclusivité, l'occulte, l'arbitraire, etc. l'emportent sur la pluralité et le droit. Il s'agit donc, dans cet ouvrage, de questionner les représentations du monde, les valeurs, les institutions et les pratiques sociales qui sont à l'origine du (...) modèle politique occidental et les confronter avec d'autres représentations, d'autres valeurs, d'autres modes d'organisation sociale et politique. C'est un questionnement de l'intérieur qui cherche le sens caché des actions collectives et de leurs motivations. Ce type d'interrogation est frappé d'interdit de nos jours. Le discours universaliste dominant et les politiques qui lui sont associées nient la présence des différences culturelles de fond. L'argument massue évoqué pour étayer cet interdit est l'exploitation politique de cette problématique par les courants réactionnaires et xénophobes en Occident ou les dictateurs dans les autres contrées du monde. C'est dire l'assujettissement de la recherche et de la politique à des raisonnements qui devraient leur être étrangers, surtout à la première. Car les différences, avec leurs cohortes de défis scientifiques et politiques sont bel et bien là. Leur occultation conduit les chercheurs et les politiques à des situations souvent intenables. Le clivage entre discours privé et discours public est en soi malsain. En définitive, cette occultation les empêche de poser les questions de fond et d'y faire face. (shrink)

L’analisi di un periodo storico attraverso la sua narrazione, sia esso il Medioevo o persino un’epoca più recente, considera una moltitudine di fonti, assai eterogenee e di forma non sempre immediata. In alcuni casi uno studioso può nutrire un interesse perfino secondario per un documento storico in sé, rivolgendo l’attenzione alle _motivazioni_ e al _contesto_ che hanno portato alla creazione e alla conservazione di una testimonianza, sia essa scritta, orale o iconografica. La lettura del passato apre diverse prospettive: è possibile (...) rintracciare un genere narrativo che più di ogni altro meglio descrive il Medioevo? In quale senso una fonte arricchisce la nostra conoscenza del passato? È sensato estendere lo studio a testimonianze non strettamente testuali o iconografiche, come le mappe geografiche? La riflessione che poggia su questi quesiti rivela un Medioevo in parte inventato, una fantasia che non è tuttavia l’ombra del passato storico, bensì il suo complemento. _Analysing an historical period, such as the Middle Ages, or a more recent era, through its narration, must take into consideration many heterogeneous sources, whose form is not always immediately identifiable. In some cases, scholars may even have a secondary interest in a specific historical document, preferring to study the _motivations_ and _context_ behind its creation and conservation of historical testimony, either written, spoken or iconographic._ _Interpreting the past opens up different perspectives: is it possible to determine a single narrative genre able to describe the Middle Ages better than others? In what sense does a historical source enrich our knowledge of the historical past? Does it make sense to include in the study of history, sources that are not strictly textual or iconographic, such as a geographical map?_ _Reflecting on these questions reveals an invented aspect of the Middle Ages, a fictional portrait that not only brings into view history__’s shadow but also complements it_. (shrink)

L'opera di Primo Levi presenta un caso straordinariamente ricco e in qualche modo enigmatico di intertestualità. Con questo volume si è cercato di tracciare i lineamenti di una mappa immaginaria, uno schema degli innesti, intertesti e trapianti che collegano l'opera leviana ai libri altrui.

La tesi di Alfred Korzybski secondo cui «la mappa non è il territorio» non è semplice come appare. Seguendo le idee di Bateson al riguardo, potremmo comparare il «territorio» alla kantiana «cosa in sé», sfondo inaccessibile della percezione e della conoscenza, soggetta a procedure di oggettazione interminabili; ma se il «territorio» è concepito come inaccessibile in senso stretto, le nostre mappe possono fare riferimento soltanto ad altre mappe. Trattando l’argomento, questo articolo considera alcune varianti del problema mappa-territorio ed (...) argomenta che un osservatore umano conosce ed elabora le proprie credenze in una dimensione intermedia tra le mappe simbolico-concettuali e i territori percettivi. (shrink)

Chi ha l'abitudine di sfogliare le riviste filosofiche sa che "metafisica" non è più una parola che scotta. I maestri dell'inizio del secolo (gli empiristi logici sono l'esempio più tipico) identificarono la metafisica con il non-senso e usarono la parola come un marchio di infamia. Non mancavano precedenti nella storia della filosofia. Ma oggi gli allievi di quei maestri preferiscono rifarsi ad un uso diverso, meno fazioso, del termine per indicare con esso un'indagine filosofica, che non solo non deve essere (...) trascurata, ma concerne i fondamenti di molte altre ricerche, ed è quindi per molti versi centrale. (shrink)

This article defends the conclusion that the soccer World Cup in Qatar should not be boycotted by rich countries from the Global North. This conclusion is underpinned by considerations about the economic background conditions in guest workers’ home countries. Three arguments are considered for the view that the World Cup should be boycotted. It is argued that each of these arguments is unsound. Section 7 contains a discussion of an argument for a boycott that centers on the process through which (...) Qatar was awarded the World Cup. This argument is rejected. The article lists several ways in which guest workers in Qatar are wronged, but this fact about how guest workers are treated does not justify a boycott by rich countries from the Global North. (shrink)

Short treatises, with commentaries, of the Advaita school in Hindu philosophy.

Commentary on Tarkasaṅgraha of Annambhaṭṭa, active 17th century, treatise on the fundamentals of Nyaya philosophy.

Commentaries, including texts of Gauḍapādakārikā by Gauḍapāda Ācārya and Māṇḍūkyopaniṣad, expounding the Hindu Advaita philosophy.

Commentary, with the text, of Brahmasūtra, basic work of Vedanta, by Bādarāyaṇa; a critical study.